Trovare l’amore, questo desiderio che cattura e coinvolge. Eppure a volte ci si innamora di un partner che sfugge, eludendo i bisogni di vicinanza e presenza, vivendo un amore impossibile. Si sente una mancanza, un anelito a volte struggente e si attende, sperando che la situazione cambi. Se il partner fosse disponibile le difficoltà sparirebbero, se l’altro fosse presente si troverebbe la felicità. C’è chi si allontana, cercando ciò che maggiormente corrisponde alle proprie inclinazioni e chi invece resta soffrendo. Ma come mai proprio ciò che si desidera sembra cosi difficile da realizzare? L’amore che sfugge paradossalmente percorre un destino doloroso ma sicuro. L’altro non c’è, ma si è abituati alla solitudine, ad un’assenza sospesa. Non si può perdere ciò che non si ha o non si può avere. Si rischia invece quando l’altro è presente nell’intimità e nelle abitudini, quando la sua voce diventa familiare. Legarsi porta con sé il pericolo di perdere l’altro, evoca l’incognita di una mancanza, della delusione, di sentirsi esposti e fragili.
Spesso si idealizza la relazione e cosi ci si tiene lontano dai rischi della realtà, desiderando un amore su misura. Immaginando come dovrebbe essere il partner perfetto, si lascia però poco spazio all’emergere spontaneo dei sentimenti e all’evolversi del rapporto. All’inizio di una storia infatti c’è l’idillio, la sintonia nel sorriso, la gioia e la sorpresa sempre viva. Le ombre appaiono distanti, l’altro sembra finalmente ciò che si è sempre cercato. Ma il tempo trasforma lo sguardo e nel conoscersi si colgono delle dissonanze. Queste si possono attraversare lasciandosi perturbare dalle diversità, oppure si possono eludere restando sospesi nell’illusione di cambiarle.l più delle volte emerge che nell’inseguire chi fugge, si nasconde la paura di perdere la libertà. Se l’altro fosse veramente presente verrebbe fuori tutta l’ ambivalenza rispetto alla vicinanza.Dietro la paura di sentirsi legati si può annidare infatti l’ombra della dipendenza. Potrebbe esserci infatti l’aspettativa inconscia che una relazione implichi una totale adesione all’altro, restando vincolati. Inoltre insieme nel quotidiano ci sono le routines e lo slancio si può tramutare in abitudine. Finirà l’amore romantico e la noia spegnerà il rapporto? Questo dubbio trama nel profondo, tessendo la via di fuga di un amore avverso, in cui l’insoddisfazione anima pensieri ed emozioni. Il problema sembra essere invece il partner che non si coinvolge come vorremmo. Più difficile è comprendere le motivazioni profonde per cui si persegue una relazione contrastata.
L’impossibilità esterna quindi può rivelare un conflitto interno e una propria difficoltà ad aprirsi e costruire un rapporto. Chi insegue relazioni travagliate infatti, può coltivare inconsciamente l’attesa salvifica di un amore incondizionato, che ripari le proprie fragilità, donando benessere ed equilibrio.Se da un lato è vero che nell’amore si trova conforto, diverso è sentire che solo lo sguardo dell’altro può offrire la felicità. L’attesa di un accoglienza esclusiva in fondo fa ritornare anche un po’ bambini, rievocando quel desiderio di affidarsi completamente. Come se riemergesse quel sapore antico di quando si veniva nutriti dai propri genitori e il desiderio di un posto speciale e sicuro. Crescendo invece si allontana la certezza di un nido riparatore, si incontrano ostacoli e frustrazioni, si fa i conti con le differenze tra sé e gli altri. Eppure nell’inseguire gli amori impossibili, si annida il sogno inconsapevole di una terra promessa, dove ritrovare quell’ unione unica, eco di un tempo ormai lontano.
Dott.ssa Anna Consuelo Cerichelli
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