“Ti giuro eterno amore e fedeltà”, espressione che rimanda al desiderio di esclusività nella coppia, ad un “io e te” come promessa di fiducia. Ed è proprio in relazione a queste aspettative che il tradimento risulta una tra le esperienze più dolorose nelle relazioni. A volte lo si scopre in modo improvviso, altre volte invece il dubbio si insinua attraverso un clima di allerta, costellato da timori ed incertezze. Il termine tradire deriva dal latino “tra” (oltre) e “dare” (consegnare), che col tempo ha assunto il senso di “consegnare al nemico”, rendendo l’idea di un inganno. La sofferenza che si prova nel tradimento ha a che fare con il venire meno della fiducia condivisa con il partner, alleato delle proprie intime fragilità.
L’infedeltà sembra una rottura irreparabile della coppia come luogo sicuro, uno strappo che mina le fondamenta di quello spazio privato che si ritiene inviolabile. Oltre a perdere fiducia nell’altro, spesso la si perde anche in sé stessi, nel proprio valore, nel potersi sentire speciali ed unici. Lo sguardo del partner è altrove e non si è più il centro di desideri ed attenzioni, sentendosi preda di rabbia e delusione. Ciò che spesso ferisce di più, è anche il fatto di essere stati ingannati attraverso una bugia. Ed è nell’ombra infatti che il tradimento spesso si compie. L’ azione del tramare , del non voler essere scoperti, rimanda a qualcosa di indicibile, che non può essere rivelato. Dunque potremmo chiederci cosa sta accadendo nella coppia, cosa si cela dietro questo comportamento nascosto, tanto carico di tensione?
Forse il volgersi altrove sembra un cercare una soluzione esterna ad aspetti che nel rapporto non è possibile affrontare diversamente insieme. Tradire infatti potrebbe essere anche un modo indiretto per gestire conflitti taciuti, dando voce a qualcosa di celato ed indicibile, che al di là delle parole non trova spazio nella relazione. In questo modo ci si riappropria di desideri e frustrazioni inespressi cercandoli altrove, poiché sembra difficile poterne fare esperienza nella coppia. Il tradimento diventa quindi un’ azione parlante, come se solo attraverso di essa fosse possibile rappresentare qualcosa che non va nella relazione. Per quanto paradossale infatti, il tradimento è figlio della coppia ed è anche dall’humus del rapporto che nasce il terzo . Ciò che si sperimenta ad essere traditi è un voltafaccia spesso inatteso, l’amara delusione di una promessa infranta.
Ma se è vero che questa esperienza è dolorosa può anche essere l’occasione per interrogarsi e chiedersi dove conduce questo altrove, in che direzione l’altro ha diretto il suo sguardo. Spesso proprio perché si teme di perdere quella tanto desiderata esclusività, si rischia di non accorgersi che nel legame stanno emergendo aspettative diverse, potenzialmente perturbanti. Come se dare spazio a qualcosa di inaspettato nel rapporto, facesse sentire esposti all’incertezza e al rischio di perdere la sintonia. Non sempre è possibile riavviare questo processo, tanto che spesso il tradimento è davvero il segnale che una relazione è finita, che non è risanabile e si può proseguire in altro modo il cammino in comune. Ma a volte invece il volgere altrove lo sguardo può fungere da allontanamento necessario per immaginare in prospettiva la relazione, riscoprendola. E’ come se ci fosse bisogno di un terzo reale , che faccia da specchio rivelatore di ciò che accade nella coppia. Come se ci si ritrovasse avvolti nella nebbia e non si riuscisse più a vedere cosa sta veramente accadendo, in che modo si potrebbe ritrovare o meno l’ intesa perduta. Cosi l’altrove appare fuori, come un canto delle sirene avvolge la coppia , lasciando in sospeso delle domande.
Dott.ssa Anna Consuelo Cerichelli
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