La sessualità nelle perversioni: il desiderio senza l’altro

La rappresentazione di ciò che nell’ambito della sessualità costituisce una perversione si è modificata nel corso degli anni affrancandosi sempre più da interpretazioni di carattere morale. Molte esperienze sessuali un tempo considerate illecite o perverse,  costituiscono oggi ambiti  più accettati e non necessariamente patologici. Inoltre la sempre più crescente diffusione della tecnologia  ha portato a notevoli cambiamenti, con la possibilità di esplorare nuove frontiere dell’erotismo.  Ma cosa differenzia una sessualità diversa dalla sessualità nelle perversioni? Il confine a volte è sottile ed ha a che fare non solo con i comportamenti  concreti, ma con  aspetti più profondi legati al desiderio verso l’altro e al modo soggettivo di esperire l’incontro sessuale. Va considerato infatti che le fantasie erotiche,  anche le più spinte, se condivise  all’interno di un rapporto di complicità e reciprocità con l’altro alimentano l’eccitazione e il desiderio, fungendo da nutrimento per la relazione e la conoscenza intima. 

Nella perversione invece il desiderio cede il posto ad una ricerca spasmodica e solipsistica del godimento, raggiungibile esclusivamente attraverso fantasie coltivate nell’isolamento del proprio immaginario,  realizzabili solo  attraverso pratiche e rituali specifici. Ci si chiude così in una dimensione fittizia parallela alla realtà, creando una sorta di artificio, che può diventare condizione imprescindibile per vivere la sessualità,  utilizzando l’altro come strumento funzionale per un piacere solitario.  In quest’area sono contemplati  diversi comportamenti sessuali dai più bizzarri a quelli dannosi per sé e per gli altri. Le perversioni più frequenti hanno a che fare con l’esibizionismo, il  voyeurismo, il  feticismo o  il sadomasochismo.  Nel caso del feticismo ad esempio, l’interesse erotico  viene spostato dalla persona ad  una parte del  corpo, un indumento o un oggetto,  creando uno spazio illusorio ai confini tra  realtà e  fantasia. La persona non può fare a meno di questo scenario, che diventa necessario al raggiungimento dell’eccitazione erotica.   La presenza di un feticcio in questi casi diviene infatti  l’unico modo di avvicinare l’altro, disumanizzato nelle sue caratteristiche soggettive per poter essere meglio controllato. Un partner sentito vivo e separato infatti, con esigenze  e desideri propri, potrebbe diventare un limite alla libertà e all’immaginazione, spegnendo quella sensazione d’ebrezza tanto ricercata.  Isolandosi attraverso la rappresentazione di uno scenario  sessuale scollegato dalla relazione, ci si illude di essere autonomi creando un mondo a propria immagine e somiglianza. Si cerca in questo modo di neutralizzare la paura della dipendenza, proteggendosi  dall’intimità e dal timore profondo di ritrovarsi in balìa dell’altro. Le diverse forme della perversione si configurano in questo senso come uno scacco della relazione, in quanto segnano un mancato rapporto con l’altro come soggetto del desiderio.  

E’ inevitabile che le grandi trasformazioni di cui è stata teatro la nostra società negli ultimi decenni, si ripercuotano sulle forme che assume il sesso e quindi anche la perversione. Una cultura come quella odierna improntata all’effimero, al consumo rapido e all’intercambiabilità, può sostenere da una parte una maggior libertà e flessibilità dei legami, ma allo stesso tempo  la tendenza ad un piacere autoreferenziale. Oggi ad esempio  i progressi della tecnologia hanno condotto allo sviluppo di varie forme di esperienze sessuali virtuali che non comportano la presenza della persona in carne e ossa. I corpi sono diventati sintetici, virtuali o addirittura inesistenti. Il ricorso a bambole gonfiabili o a sex dolls sembra un fenomeno diffuso e già si sta lavorando attraverso l’intelligenza artificiale alla possibilità che  i robot offrano esperienze sessuali più realistiche.  Potremmo quindi pensare che la nostra sia un’epoca di possibilità erotiche senza precedenti.  Come consideriamo allora tutto questo, un ampliamento delle possibilità di espressione sessuale o un’ anticamera della perversione? Il confine nuovamente è sottile. Quando la fantasia prende il posto della realtà o l’oggetto prende il posto del soggetto, il sesso ed il desiderio cominciano ad assumere una forma perversa, impersonale e alienata dalla relazione.  Certo che rapportarsi veramente con qualcuno può comportare inquietudini, paura di non essere all’altezza, conflitti. In una società dove osserviamo l’affermarsi di fenomeni narcisistici ed un rispecchiamento in se stessi, diventa ancora più significativo valorizzare  allora una sessualità connotata dal desiderio dell’altro e dallo scambio reciproco.

Dott.ssa Margherita Rosa

                                                                                                                                                  

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