L’infanzia è il periodo della vita che va dalla nascita fino ai 12 anni circa con una variabilità soggettiva nell’esperienza di ogni bambino. Simboleggia la primavera della vita, la possibilità di trasformazione di un avvenire aperto, durante il quale il potenziale di sviluppo di cui il soggetto è dotato prende forma in relazione all’ambiente.
Il bambino nasce con un vasto e specifico repertorio di competenze sul piano fisico, sensitivo, cognitivo ed è capace di costruire un’esperienza integrata di sé e degli altri. Già dalle prime settimane di vita è impegnato attivamente a negoziare con i genitori tutte le questioni specifiche di ogni fase della sua crescita, attraverso la sintonizzazione affettiva e la condivisione di significati.
Man mano che cresce, il bambino si muove verso una maggiore complessità psicologica: impara a capire cosa sente, pensa, desidera, e come viene visto e definito agli occhi degli altri. La funzione dell’ambiente familiare nell’evoluzione dei processi psichici del bambino gioca un ruolo importante: è infatti all’interno del mondo relazionale che si esprimono le sue potenzialità.
Ogni bambino è diverso dall’altro e si sviluppa con una propria singolarità rispetto al suo corpo, alla sua famiglia, alle sue relazioni con i coetanei, alle abilità di studente, al livello socioculturale e agli avvenimenti che possono presentarsi sulla sua strada. Lo sviluppo del bambino non avviene in maniera lineare ma attraverso una continua e non prevedibile riorganizzazione di sé in relazione agli altri, con l’integrazione di nuove forme e abilità che emergono dalle trasformazioni cognitive, affettive e relazionali.
Durante il processo di crescita il bambino può attraversare momenti di crisi, che a volte non riesce a superare sperimentando disagio e sofferenza. I bambini hanno diversi modi di comunicare il proprio malessere agli adulti, attraverso sintomi fisici e comportamenti problematici o disturbi della sfera emotiva (soprattutto i più piccoli) e attraverso il linguaggio man mano che crescono. Il sintomo è l’espressione di un movimento interno: può segnalare che il bambino sta vivendo una sofferenza inconscia e il suo tentativo di trovare una soluzione all’esperienza dolorosa. Il disagio prende corpo all’interno della relazione con l’altro nei diversi contesti di riferimento: famiglia, scuola, gruppo di pari. Il bambino potrebbe confrontarsi con difficoltà transitorie durante i passaggi evolutivi come lo svezzamento, l’ingresso al nido e l’inizio della scuola, l’apprendimento di regole e il cambiamento del corpo. In questi momenti può iniziare a soffrire di alcune paure (del buio, di eventi esterni, di persone e di animali), manifestare aggressività, tristezza o isolarsi. Molto comuni nell’infanzia sono le problematiche che coinvolgono il sonno (incubi notturni, angoscia nel rimanere soli nella propria cameretta, difficoltà ad addormentarsi), l’alimentazione (mangiare poco o in maniera smodata), il controllo della minzione e della defecazione, o sintomi somatici (cefalee, vomito, mal di pancia, asma). I bambini possono trovarsi a vivere anche altre situazioni come: separazioni da persone amate, eventi luttuosi (malattia grave o morte di un genitore) o traumatici (maltrattamenti, abusi, incidenti), che richiedono loro una notevole capacità di orientarsi nel mondo esterno e di affrontare stati emotivi a volte caotici. A volte il disagio può coinvolgere una o più aree dello sviluppo del bambino e compromettere il suo funzionamento negli aspetti affettivi, cognitivi e relazionali come nei diversi disturbi del neurosviluppo o nei disturbi psicotici
Il significato soggettivo che un determinato evento può assumere per il bambino ha a che fare con il suo modo singolare di stare al mondo, di percepire ed elaborare le informazioni dell’ambiente e con le sue modalità relazionali.
Il disagio nell’infanzia esprime la difficoltà nell’elaborare la cause profonde della propria sofferenza e superare la crisi. In questi casi l’esperienza sintomatica può accentuarsi e diventare pervasiva e continuativa nel tempo, procurando nel bambino un vissuto di disagio in rapporto a sé e agli altri.
Le problematiche specifiche più frequenti che si riscontrano nell’infanzia si manifestano spesso sotto le seguenti forme.
ANSIA
L’esperienza soggettiva dell’ansia è un senso di pericolo (reale o irreale) ed è correlata ad altre emozioni come la paura e la fobia. Le normali paure con cui il bambino si confronta, se sono protratte nel tempo ed egli reagisce con un atteggiamento di continua apprensione, potrebbero sfociare in uno stato di ansia o in vere e proprie fobie segnalando la presenza di un disagio più profondo. Il rifiuto prolungato di andare a scuola come nel caso della fobia scolastica, sottrarsi al rapporto con persone estranee all’ambiente familiare come nell’evitamento, l’impossibilità di parlare come nel mutismo selettivo; possono segnalare la presenza nel bambino di difficoltà emotive e relazionali più consistenti che spesso hanno a che fare con la tematica della separazione e della perdita.
DEPRESSIONE
I bambini nel corso della loro vita possono sperimentare un sentimento soggettivo di tristezza in relazione a situazioni contingenti come le difficoltà scolastiche, gli eventi stressanti e le problematiche nell’ambito familiare o nei rapporti con i coetanei. Quando la tristezza diventa persistente e si associa ad altri sintomi come la perdita di interesse per molte attività, senso di stanchezza, sentimenti di colpa, alterazioni del sonno e dell’alimentazione, può essere il segnale di un disturbo depressivo. In questi casi il disagio è più duraturo e coinvolge vari ambiti della vita del bambino.
PROBLEMATICHE COMPORTAMENTALI
In alcuni casi possono evidenziarsi segnali evidenti nel comportamento del bambino che fanno scattare un campanello d’allarme. Scoppi di rabbia immotivata, liti eccessive, ribellione alle richieste e alle regole, forme di aggressività diretta verso gli altri o verso se sessi, possono essere l’espressione della difficoltà a regolare le emozioni, a tollerare la frustrazione e le perdite. Quando la rabbia e l’aggressività diventano incontenibili e fuori da ogni controllo possiamo trovarci di fronte a un vero e proprio disturbo della condotta.
DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE
Alcune forme di disagio si evidenziano maggiormente nell’ambiente scolastico e si manifestano con difficoltà a mantenere la concentrazione, a rispettare le regole, lentezza nell’apprendimento, irrequietezza, impulsività.
Queste manifestazioni potrebbero essere semplicemente dovute a difficoltà di adattamento alle novità e ai ritmi imposti dalla scuola; in tal caso nel tempo si attenuano. Se invece ciò non accade e le difficoltà si presentano in maniera persistente in tutti i contesti e nelle diverse attività, potrebbero essere il segnale di un disagio più pervasivo come il Disturbo dell’Attenzione con Iperattività. In alcuni casi si può presentare in associazione con un Disturbo Specifico di Apprendimento che può riguardare la lettura (Dislessia), la scrittura (Disgrafia e Disortografia) e il calcolo (Discalculia). L’aumento di questi disturbi è sostenuto anche dalla nostra società frenetica, governata dalla ricerca della performance e dalle richieste di raggiungimento di determinati traguardi, spesso non proporzionate al livello di maturazione raggiunto dai bambini e dai ragazzi.
La richiesta di un aiuto psicologico da parte dei genitori ai primi segnali di malessere del proprio figlio, permette al bambino di affrontare l’esperienza dolorosa attraverso la comprensione e l’elaborazione del senso profondo del disagio. Intervenire precocemente ha il significato di prevenirne la cronicizzazione o l’insorgere di un disturbo più grave.
Per tutte queste situazioni il Centro Clinico Mandorlo Blu offre percorsi di cura attraverso interventi di consulenza e psicoterapia per bambini, gruppi di sostegno.
Vieni a trovarci nella nostra sede dell’EUR un nostro psicoterapeuta saprà aiutarti attraverso uno spazio di consulenza psicologica.