La fiaba evoca una dimensione immaginaria ed ha un sapore antico e magico che ricorda il tempo della nostra infanzia. A differenza della favola che è una breve narrazione con un fine moralistico,la fiaba classica è un racconto popolare che presenta la vita come un susseguirsi di eventi, in cui personaggi buoni e cattivi danno voce a processi interiori profondi. Pensiamo per esempio a Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel, le Mille e una Notte. Le fiabe hanno origini antichissime: narrate e tramandate prima oralmente, sono state poi trascritte in tutto il mondo, hanno assorbito i colori, i suoni, gli umori dei luoghi in cui sono circolate, riproducendo la cultura di un’epoca. Le vicende narrate fanno riferimento ad esperienze e tematiche con cui il bambino si confronta quotidianamente e che lo accompagnano nel suo percorso di crescita. L’amore, l’amicizia, la fratellanza ma anche la solitudine, la rivalità, la paura di essere abbandonato, sono alcuni dei motivi rappresentati nella storia. Raccontare fiabe ai bambini soddisfa innanzitutto il loro desiderio di ascoltare delle storie coinvolgenti ed emozionanti. Molti si ricorderanno quella dolce sensazione di essere cullati da una voce e trasportati in un mondo lontano, magico. La fiaba procedendo attraverso diversi passaggi, rappresenta un percorso che parte dalla descrizione di una situazione che rapidamente entra in crisi, o per il suo già precario equilibrio o per l’ingresso di nuovi elementi destabilizzanti. Il messaggio finale del racconto di solito è che i problemi esistono, ma si possono superare.
Le fiabe utilizzando un linguaggio simbolico, possono essere uno strumento per il bambino per accedere a paure e desideri in un modo a lui comprensibile. Inoltre la fiaba, come diversi psicoanalisti hanno sottolineato sulla base dei loro studi, può svolgere un’importante funzione nella crescita psicologica dei bambini. Il bambino nel suo sviluppo ha bisogno di costruirsi delle mappe interne che lo orientino nel difficile compito di dare un senso alla realtà. E la fiaba parlando del significato di ciò che accade, dei “perché” che i bambini amano porsi, può essere di aiuto nel processo di comprensione dei passaggi della vita. Attraverso scene immaginarie il bambino ha la possibilità di esplorare il proprio mondo emotivo e prendere contatto con questioni esistenziali che si trova ad affrontare in quel momento. Non è un caso che i bambini amano particolarmente una certa fiaba in un determinato periodo e non si stancano di riascoltarla.
Lupi, streghe, matrigne possono rappresentare paure che interpretate dai personaggi del racconto diventano più accettabili. Animali fatati, bacchette magiche e pozioni nel ruolo di alleati costituiscono invece le potenzialità immaginarie a cui attingere per affrontare la situazione. In certe fiabe per esempio un desiderio malvagio si avvera, ma il lieto fine rassicura che anche se ci sono delle avversità, possono essere momentanee, e grazie ad un intervento spesso magico il male viene esorcizzato. In altre il messaggio veicolato può essere di aiuto invece nel superare delle preoccupazioni, come ad esempio quella di essere bambini in un mondo di grandi. Affrontando le sfide della vita si può raggiungere la propria indipendenza e realizzazione, così come l’eroe ottiene il suo regno e la felicità dopo aver vinto le battaglie che si presentano durante il cammino.
Attraverso l’identificazione con i personaggi, il bambino ha la possibilità di riconoscere le sue emozioni e quelle altrui, di avvicinarsi per gradi a quello che potrà affrontare nel mondo reale e di attivare le proprie risorse per affrontate le difficoltà della vita. Stimolando l’immaginario e invogliando ad interrogarsi, la fiaba si inscrive quindi tra le esperienze che lo accompagnano il bambino nel suo percorso di realizzazione di sé.Quel mondo così fantastico e suggestivo per i bambini può rappresentare uno specchio dove guardare le proprie paure e gioire nel superarle. Possiamo quindi pensare alla fiaba come ad uno spazio magico ricco di stimoli e di chiavi per elaborare la realtà.
Dott.ssa Margherita Rosa