Le emozioni sono un aspetto fondamentale del funzionamento umano e sono importanti sia per rapportarsi a se stessi e a quello che si vive e si sente, sia per relazionarsi agli altri. Si nasce e si cresce attraverso le relazioni, sviluppando la propria identità in uno scambio continuo tra il mondo interno e l’esterno. Sin dalla nascita il sistema nervoso è strutturato per agganciarsi a quello degli altri essere umani, entrare in risonanza con gli affetti e condividere le reciproche esperienze. La regolazione emotiva avviene attraverso un processo bidirezionale che coinvolge entrambi i membri di una relazione, i quali possono leggere e comprendere reciprocamente le rispettive emozioni e stati mentali.
Le ricerche della psicoanalisi infantile hanno dimostrato che dalla nascita l’essere umano è coinvolto attivamente in questo scambio con gli altri. Sin dai primi giorni di vita il bambino può comunicare indirettamente alla madre i propri vissuti attraverso sguardi, posture, gesti, al fine di modulare l’interazione. A sua volta la madre attraverso i vocalizzi, il contatto, il modo di porsi con il bambino, gli comunica come si sente e quello che sta provando. Non e’ quindi solo la madre che regola gli stati emotivi del bambino, ma i segnali affettivi provenienti dal bambino regolano a loro volta i vissuti ed il comportamento della madre. La relazione quindi si caratterizza sia per le specifiche modalità con cui quel bambino esprime le emozioni negative e positive, sia per il modo in cui i genitori rispondono attraverso i propri stati affettivi.
Ma come avviene lo scambio emotivo nella relazione? Un aspetto significativo di questo processo è che spesso si realizza attraverso un registro comunicativo implicito e non verbale. Questo tipo di comunicazione è presente sin dalla nascita e precede lo sviluppo del linguaggio, caratterizzando le interazioni del bambino con i caregiver. Il livello implicito continua ad assumere una valenza importante nel corso dello sviluppo, caratterizzando gran parte della regolazione delle emozioni che avviene per lo più a livello inconscio. L’espressione emotiva passa anche attraverso il modo in cui dirigiamo lo sguardo verso qualcuno, il tono della voce, la posizione corporea, ovvero tutte quelle comunicazioni affettive che spesso non possono essere tradotte in parole ma che esprimono profondamente le emozioni che circolano tra le persone.
In questo processo non sempre è possibile raggiungere una sintonizzazione affettiva, ovvero sperimentare dei momenti in cui ognuno riesce a cogliere reciprocamente quello che sta vivendo l’altro. Nelle interazioni si alternano momenti di sintonizzazione con momenti di non sintonia, dove uno dei partner può non cogliere lo stato affettivo dell’altro e reagire in modo inappropriato. La transizione di questi stati è un fenomeno continuo che procede attraverso rotture e tentativi di riparazioni da parte dei membri della relazione, volti a recuperare la distanza e comprendere meglio quello che sta provando l’altro. Spesso i processi riparativi andati a buon fine sono associati a stati affettivi positivi, mentre i fallimenti interattivi a stati emozionali negativi.
Lo sviluppo quindi procede lungo tutta la vita attraverso uno scambio con il mondo emotivo altrui, attraverso il proprio modo di influenzarlo ed esserne influenzati. Le nostre emozioni ci dicono dunque molto di noi, delle esperienze che facciamo, ma anche di come interagiamo con gli altri. La consapevolezza emotiva permette infatti di sviluppare la propria identità ed accorgersi del proprio modo soggettivo di stare al mondo. Questo processo dipende allo stesso tempo da continue transizioni nelle interazioni, durante le quali le emozioni segnalano distanze, riavvicinamenti, rimodulazioni della comunicazione. Si può parlare di una sorta di “danza relazionale”, per indicare questo processo di scambio emotivo profondo tra le persone. Possiamo quindi pensare alle emozioni come una sorta di segnale che ci permette di muovere i nostri passi nel mondo , insieme agli altri.
Dott.ssa Angela de Figueiredo