Le illusioni come immagini ineffabili, nutrono il bisogno di superare i propri limiti. Frutto di desideri ed ambizioni, spesso nascono da un insieme di aspettative idealizzate. Se da una parte alimentano il bisogno di sperare, di pensare che tutto sia possibile, a volte si discostano troppo dalla realtà. Nel narcisismo questo delicato equilibrio è sbilanciato a favore delle illusioni, che emergono in primo piano, offuscando la percezione di sé stessi e delle situazioni.In questi casi il confronto realistico con pregi e limiti propri ed altrui risulta difficile e ci si protegge attraverso un castello di ideali cristallizzati. Ci si nasconde allora dietro la maschera di una esibita sicurezza e sopravvalutazione, coltivando l’illusione della perfezione in ciò che si è o si fa. O al contrario ci si ritira in una sorta di limbo immaginario, sognando una vita diversa, lontana da difetti e mancanze.
Attraverso la continua ricerca di conferme, si tenta in questo modo di convalidare la propria importanza e di sostenere il senso di autostima. Può capitare infatti di aspettarsi dagli altri un costante riconoscimento delle proprie capacità, dei propri talenti e sforzi. A volte è sufficiente la vicinanza con qualcuno considerato perfetto per essere rassicurati del proprio valore, attraverso l’identificazione. All’opposto, quando queste aspettative non vengono confermate, si diventa svalutanti verso se stessi e gli altri. In realtà l’illusione è il velo con cui la persona cerca di nascondersi dallo sguardo dell’altro e dalla paura della vergogna, allontanandosi dalla possibilità di essere visto nei propri aspetti più realistici.
In questo modo non si è attrezzati per reagire alle possibili manifestazioni di disinteresse o disapprovazione che possono presentarsi nella vita quotidiana, soprattutto quelle che provengono da persone significative. Per quanto ci si sforzi di controllare ogni imperfezione, di rafforzare le proprie certezze, nell’impatto con i passaggi di vita più o meno critici prima o poi ci si trova a fare i conti con i limiti. Per evitare questo confronto invece si cerca di tenere a distanza l’altro per mettere al sicuro le proprie vulnerabilità, negando la paura di non essere accettati o che non vengano accolti i propri bisogni. In assenza dello sguardo di ammirazione dell’altro che accende, lo slancio vitale si affievolisce lasciando emergere un senso di vuoto e solitudine.
Quanto più è forte la necessità di crearsi delle illusioni, tanto più intensa sarà la delusione. Allora ci si ritrova a specchiarsi con il proprio essere finiti, limitati ed imperfetti. Se diventa possibile confrontarsi con la disillusione ed elaborarla, si può incontrare l’altro con le rispettive specificità, nelle quali le differenze possono costituire delle risorse. La presa d’atto delle proprie ed altrui fragilità per quanto dolorosa, allo stesso tempo rappresenta un valore per le relazioni. Il limite può diventare un occasione per fare spazio alle contraddizioni e ad esperienze più autentiche, attraverso cui sperimentare il bisogno dell’altro senza doversi nascondere dietro la cortina delle illusioni.
Dott.ssa Margherita Rosa