“Ogni fallimento di una relazione, è quasi sempre un fallimento della comunicazione”, afferma Zygmunt Bauman, a ricordarci quanto comunicare sia importante in un rapporto. Quando si condividono esperienze e ci si chiarisce dopo un’incomprensione, spesso il sentimento e la capacità di comunicazione in una coppia si consolidano. In questo modo si cresce insieme e ci si connette reciprocamente attraverso le emozioni. E’ il proprio mondo interno infatti, con le aspettative consce ed inconsce che entra in gioco, incrociandosi con quello dell’altro. In questo spazio comune fatto di parole, gesti, sguardi, la relazione nasce, cresce e si sviluppa. Quando ci si conosce per la prima volta ad esempio ci si avvicina seduttivamente per suscitare interesse o si indietreggia, sentendosi intimoriti. E’ il tempo del desiderio e della speranza, ma anche delle incognite che si affacciano sulla scacchiera di una partita appena aperta. Si comunica sondando il terreno, per costruirsi un’immagine dell’altro. A quanti sarà capitato di pensare che un incontro sia andato bene per scoprire amaramente di non essere ricambiati? L’altro sembrava così espansivo! E invece, questo modo di avvicinarsi magari nascondeva una difficoltà ad entrare in contatto.
Quando il rapporto diventa più stabile, anche la conoscenza reciproca si delinea in modo più nitido e allora si comunica per consolidare il legame, cercando l’ accordo e i punti in comune. Ma quanto ci può essere il rischio di idealizzare il partner, vedendo solo ciò che ci piace? A volte senza accorgersene non si mostrano le proprie ombre, dando un’immagine parziale di sé. Chissà che succederebbe se venissero fuori certi pensieri e sentimenti, magari l’altro rimarrebbe deluso e si allontanerebbe? Ma prima o poi si finisce col lasciarsi andare per come si è, proprio quando ci si sente più sicuri del rapporto. Ecco che allora possono emergere i lati scomodi del proprio carattere, arrivando più facilmente a scontrarsi. Si accendono gli animi e affiorano le frustrazioni, proprio quando emergono maggiormente ideali ed aspirazioni che animano la relazione.Litigare frequentemente o non litigare mai ad esempio, sono modi di comunicare che sottendono spesso l’ aspettativa inconscia che il conflitto sia sbagliato, che dovrebbe esserci una reciprocità ideale, come se le differenze non possano essere integrate nella relazione.
Ma si comunica anche attraverso il conflitto e a volte litigare può essere funzionale alla coppia per rinegoziare le proprie posizioni. Altre volte il dialogo si inceppa, come se si parlassero due lingue diverse. Nei conflitti prendono corpo rabbia, dolore, gelosia, non sempre facili da riconoscere e gestire, cosi a volte si agiscono modalità comunicative che anziché avvicinare, acuiscono l’allontanamento. Può capitare in vari momenti del rapporto che il partner sembri irraggiungibile e ci si chiede come riavvicinarsi e comprendersi. Cosa starà davvero pensando l’altro, perché mi sento cosi, come siamo arrivati a questo punto? Per favorire la comunicazione diventa fondamentale sintonizzarsi reciprocamente, partendo da quello che sta emergendo nella relazione. Infatti ciò che si comunica esplicitamente non è detto corrisponda a ciò che si sta provando veramente. Spesso ci si mostra anche attraverso gesti inconsapevoli, che esprimono parole non dette ed emozioni sottese. Al di là di ciò che si dice e si fa, infatti, entrano in gioco vissuti profondi che non sempre vengono percepiti consapevolmente. Si può creare una nebbia di equivoci e sembra di addentrarsi in un territorio sconosciuto. A volte ci si comprende più facilmente, altre volte si possono creare lontananze per cui c’è bisogno di tempo per ricostruire l’intesa. Possiamo dire che comunicare in coppia è un processo di conoscenza continua che si nutre dell’ascolto reciproco, ma è anche un percorso di trasformazione che si alimenta di uno sguardo e un contatto profondo con sé stessi e con l’altro.
Dott.ssa Anna Consuelo Cerichelli
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