Quante volte ci ritroviamo a pensare “non ho abbastanza tempo” oppure “questa giornata non passa mai”. Al di là dell’orologio, spesso si ha la sensazione che il tempo delle lancette e quello che si vive seguano ritmi diversi. Il senso del tempo infatti può essere soggettivo, si dilata e si restringe in relazione alle diverse emozioni . La nostalgia ad esempio evoca il sapore agrodolce di un passato verso il quale si vorrebbe ritornare. Quando si è tristi sembra che invece il tempo si fermi, come nei momenti in cui si ripensa ad una persona lontana o perduta. Nella gioia si vive del presente, come quando si è innamorati o si è in compagnia di una persona cara. Ma ci sono anche stati emotivi che contraggono il tempo, come la fretta e l’ansia. Se ci si sente preoccupati o intimoriti o se si va incontro ad una situazione faticosa, il tempo sembra accelerare e restringersi. Le emozioni sono una sorta di filtro, un’interfaccia che esprime il rapporto tra l’interno e l’esterno e sono espressione del proprio modo di relazionarsi alla realtà. A questo si aggancia anche la percezione del tempo, che si caratterizza in base ai vissuti ed alla propria soggettività.
Ad esempio quando il tempo sembra bloccarsi, spesso ci si sta focalizzando sul passato o su ciò che ci manca. In questi casi è più frequente che le emozioni di rimpianto, noia o tristezza tendano a connotare l’esperienza. Il tempo diventa una dimensione sentita come statica, in cui può emergere un senso di vuoto che non si sa come riempire. In altri periodi invece ci si proietta con entusiasmo verso il futuro ed il tempo sembra contrarsi. Quando si sta investendo in una situazione significativa o in un progetto importante si tende a guardare in avanti, si accendono le speranze e le aspettative, ma anche le preoccupazioni per le incertezze. Il tempo sembra accelerarsi anche quando il presente è vissuto con urgenza. In questi casi le situazioni sembrano pressanti, come se tutto dovesse essere fatto oggi e non ci fosse tempo domani. Si satura così il momento dell’attesa, della pausa, dove possono nascere pensieri e sensazioni inaspettate. Ma nel presente il tempo sembra scorrere diversamente quando si è felici e si vive un’esperienza appagante, per cui il qui ed ora assume spessore e profondità. Questi momenti si susseguono fluidamente attraverso una sensazione di pienezza.
La percezione del tempo quindi è correlata a ciò che stiamo provando, alla varietà delle emozioni in gioco. Allo stesso tempo anche se a volte sembra più orientata verso un dato momento cronologico, si declina nell’ esperienza attraverso un senso di continuità. E’ infatti nella trama con la quale colleghiamo il passato con lo sguardo al futuro, alla luce del presente, che possiamo sperimentare un’ integrazione di ciò che viviamo. Questo è possibile poiché nel percepire il tempo si esprime la propria identità e il modo soggettivo di relazionarsi alla realtà. E’ attraverso il timbro della singolarità infatti che si percepisce la temporalità e la storia individuale, che viene collocata in un racconto significativo. Come afferma il filosofo H. Bergson, il senso del tempo interiore non è dato da una successione meccanica di fatti, ma assomiglia più ad un cinematografo, in cui i fotogrammi vengono ricomposti in un continuum attraverso la lente della propria personalità.
Dott.ssa Anna Consuelo Cerichelli